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17/05/2024
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Green factory, Storie della tradizione

La lana delle nostre pecore

Al giorno d’oggi, purtroppo molta lana viene buttata. È addirittura considerata un rifiuto speciale, in quanto non biodegradabile, perciò è molto difficile da smaltire. È importante che i rifiuti speciali vengano  gestiti in maniera corretta per la tutela dell’ambiente e la salute umana.

 

Per noi, invece, la lana è molto preziosa e utile, infatti la impieghiamo per laboratori didattici per i bambini.

 

Due volte l’anno, in primavera e in autunno, tosiamo le nostre pecore, della razza ciuta, e conserviamo la loro lana divisa per capo.

 

La pecora ciuta è originaria della Valtellina, e per dimensioni, è la razza più piccola di tutte le Alpi. 

Ha alcune caratteristiche che la differenziano dalle altre come per esempio il colore: può essere bianca e presentare macchie grigie, nere o marroncine. 

Un’altra particolarità è la presenza di corna in alcune femmine. 

Anche le orecchie sono diverse: al posto di essere lunghe e verticali, sono più piccole e tendono a stare orizzontalmente, questo per captare prima eventuali pericoli, dato che la pecora ciuta è abituata a stare in alta montagna, tra pascoli ripidi, dove ci possono essere maggiori minacce.

 

Grazie ad alcuni strumenti “antichi” che siamo riusciti a recuperare, come il filatoio, lo sgrossatore, le spazzole per la cardatura, abbiamo ricreato il ciclo della lana, dal lavaggio della lana fino al gomitolo o al feltro.

 

Per i più piccoli è una bella scoperta capire e soprattutto provare con mano tutti i vari passaggi che trasformano la lana.

 

È indispensabile far comprendere ai bimbi quanto lavoro c’è dietro ad un maglione, piuttosto che una sciarpa, un berretto o delle calze, quanto tempo, quanta dura fatica e in particolare modo quanta pazienza spesso ci vuole per ottenere un piccolo risultato.

 

Il passaggio che richiede più attenzione, tecnica, manualità e coordinazione è sicuramente il filare la lana, ed è qui che i bimbi si scoraggiano presto, è per noi fondamentale far capire loro che basta un po’ di pratica e di tempo per riuscire a realizzare un po’ di filo.

 

Un altro aspetto da non tralasciare è il ricordo delle nonne o bisnonne che un tempo occupavano interi pomeriggi a filare la lana. Quando la vita era molto meno frenetica e la pazienza abbondava. Rappresentano una parte preziosa della storia, della cultura e della tradizione.

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